venerdì 18 febbraio 2011

Una canzoncina al volo - Saudade do amor

Ecco una canzone che sto ascoltando in questi giorni. Il gruppo che la canta si chiama "Grupo Revelação" ed il titolo è "Saudade do amor".

Grupo Revelação - Saudade do Amor

Pubblico anche il testo per chi volesse cantare insieme:

Lê,lê,lê,lê,lê,lê,lê,
Lê,lê,lê,lê,lê,ô,ô,ô

Ai! que saudade do amor
Do cheiro daquela flor
Onde ela foi parar?

Só de lembrar dá calor
Mas desperta aquela dor
Que um dia me fez chorar
Quando eu lembro do nosso amor

Ai! que vontade que dá
Ah! se eu fosse um beija-flor
Pra sua boca beijar.

Lê,lê,lê,lê,lê,lê,lê
Lê,lê,lê,lê,lê,ô,ô,ô
Lê,lê,lê,lê,lê,lê,lê
Lê,lê,lê,lê,lê,ô,ô,ô.

Ah! se eu pudesse te ver
Provaria pra você
Que eu não quis te magoar

Ah! se eu pudesse ter
Outra chance com você
Não deixaria escapar
Quando lembro do nosso amor

Dá vontade de chorar
Ai! quem me déra se esse amor
Pudesse continuar.

Lê,lê,lê,lê,lê,lê,lê
Lê,lê,lê,lê,lê,ô,ô,ô
Lê,lê,lê,lê,lê,lê,lê
Lê,lê,lê,lê,lê,ô,ô,ô.

La traduzione non la metto. Questo testo è speciale, secondo me, oltre che per la sonorità ed il testo, anche per un particolare prettamente linguistico. Non pubblico nulla. Per chi volesse saperlo, posso raccontarlo la prossima volta che ci vediamo di persona.

Per il momento ... buon ascolto!

mercoledì 16 febbraio 2011

Prime impressioni - aspetti del comportamento (2° parte)

Già ho raccontato del fatto che tranquillamente si può dare un appuntamento ad un Carioca e non vederlo rispettato. Specialmente se quest'appuntamento è più lontano di 2 giorni. Oggi vorrei descrivere un aspetto che secondo me è molto bello.

Lo stesso aspetto già descritto, ma visto al contrario.

E' possibile agganciarsi all'ultimo minuto ad un gruppo di persone senza che questi ti dicano no perchè dovevi avvisare prima. C'è il rischio di conoscere gente per strada! Magari ad un evento organizzato in piazza. Nel giro di un attimo ci si può ritrovare in costume e andare a fare il bagno nell'oceano, ecc. ecc.
Questa libertà generale di decidere e di accogliere anche il parere dell'altro, secondo me, ti permette di essere sempre in movimento - o di fermarti se ne senti il bisogno - in una maniera libera da vincoli di "costume" appunto. Deve essere però presente un sacco di rispetto tra le persone, poichè alla prima sfuriata o vendetta trasversale, la gente poi se ne accorge e cambia strada.

Un'altra cosa che ho notato qui e non ricordo di aver visto spesso prima, è il modo che hanno nello spiegare le cose. Se si chiede un'indicazione, o rispondono, o chiamano un loro amico per chiedere o fermano loro per primi qualcun altro per poterti rispondere. Se proprio devono dire che non lo sanno, rimangono molto dispiaciuti. Non è una cosa che gli piace dire. Certo, non sono tutti così, sia chiaro! Anche qui ci sono quelli che ancora prima che tu faccia una domanda hanno già risposto "non so". Devo dire, però che la percentuale di dosaggio delle due tipologie è invertita. La maggior parte delle persone tentano di rispondere e darti l'indicazione che hai chiesto. Questo l'ho visto fare anche tra brasiliani - non solo con me che so' straniero - . Uno ha chiesto come si chiama un attore che stava passando lì e la signora non si ricordava e ha chiesto alla sua amica. Il tutto in un clima tranquillo, come se ci si conoscesse da settimane.

E' un modo di fare diverso, ripeto, che secondo me può essere compreso solo se si è disposti a togliersi gli occhiali della propria cultura per indossare quelli di un'altra. In altre parole se si è disposti a cambiare ottica o punto di vista delle cose.

domenica 13 febbraio 2011

Come siamo messi a Portoghese?

Sì perchè la lingua parlata qui in Brasile è il portoghese, non lo spagnolo. Tanti quando mi salutano mi fanno "Hasta la vista!" - che è spagnolo - quando invece si dice "Tschau!" - che si pronuncia "Ciao!" (questo saluto è quando si va via. Come in tedesco quando si arriva e quando ci si congeda, si saluta in due modi diversi).

Grazie mille per la domanda. Devo dire che un po' me l'aspettavo :-)
Come siamo messi. Siamo messi che attualmente riesco a parlare più o meno tranquillamente, con un accento più o meno corretto, riuscendo più o meno a dire ciò che penso. Comprendo quando qualcuno mi parla dal vivo, per le parole che ancora non conosco tento una deduzione dal contesto; più difficile rimane comprendere al telefono le cose. Riesco a cogliere qualche parola e provare a dedurre il discorso da quello che dicono gli altri quando non sono rivolti a me e, cosa simpatica, riesco a tirare fuori le parole dalle canzoni. Non perfettamente, chiaro, ma riesco a comprenderle abbastanza bene. Per lo scritto, leggo tranquillamente il giornale o pagina web che sia.
Ultima trovata per apprendere ancora meglio la lingua: ascoltare un audiolibro registrato con la voce di un attore di teatro Brasiliano! Una figata!

"Non è difficile, è parecchio simile all'italiano ... è una lingua latina anche il portoghese alla fine." potrebbe dire qualcuno, giustamente. "Bene, allora la prossima volta possiamo provare a fare due chiacchere in Portoghese, così faccio un po' di allenamento, tanto è simile!" potrebbi rispondere me :-)

Scherzi a parte, una cosa che mi fa piacere è che mi confondono per uno di loro. Se non parlo, o parlo poco, a primo impatto la gente non nota che sono straniero. E questo è simpatico perchè si comportano come si comporterebbero normalmente. Quando poi intuiscono che probabilmente arrivo da fuori città, allora cominciano: chi parla inglese, chi rallenta quello che dice, chi mi racconta che aveva un nonno italiano, ecc. E' forte.

L'altra settimana ho conosciuto una giornalista francese in vacanza in Rua Ouvidor (dove c'era il concerto Samba), la quale mi ha chiesto un paio di cose della città alle quali non sapevo rispondere. La cosa che mi ha fatto più piacere è stato quando mi ha chiesto: "Ma scusa, sei qua di Rio e non sai queste cose?" ed io "Mah, veramente sono italiano e sono qua da 3 mesi.". E lei: "Ma dai, parli perfettamente portoghese, non me ne ero accorta! Caspita! Complimenti!". Ed io: "E' perchè c'è molto rumore, non per altro" (anche perchè non è Carioca, ma quello non l'ho detto!).
Con un'altra, Carioca questa volta, si parlava di studiare la lingua. Io ho consigliato un sito web (www.livemocha.com) dicendo che secondo me è buono come sito e divertente per apprendere. Lei mi fa "Sì, solo che secondo me non funziona tanto" ed io: "Strano, ho imparato lì il mio primo portoghese!" e lei: "Ma scusa, di dove sei!!??!!".

venerdì 11 febbraio 2011

Prime impressioni - aspetti del comportamento (1° parte)

Non sono abituato a scrivere seriamente. Anche a parlare, cerco sempre di evitare, poichè finisce spesso che mi addentro in meandri di ragionamenti così articolati per i quali ci vorrebbero mesi prima di dipanarne ogni singolo aspetto. Tuttavia il fatto di non parlarne o scriverne, non significa che qualche neurone non si dedichi a tale cosa, là dentro.

Questa volta vorrei accennare al comportamento che mi sembra di cogliere dalle persone con le quali ho a che fare qui a Rio de Janeiro. Circoscrivo subito il contesto, poichè non vorrei generalizzare un pensiero ancora "acerbo" e non verificato fino in fondo. Parlerò quindi di un aspetto di quei Carioca (abitanti di Rio de Janeiro appunto) che conosco.
E che Carioca conosci? Dai ragazzini agli adulti, passando per i coetanei che ho incontrato in questi giorni (oramai sono 3 mesi che mi trovo qui) in varie situazioni, dal lavoro al bar, dal mare alla montagna (escursione e passeggiata) ed in vare tipologie di incontro (appuntamento, incontro casuale a passeggiate, ecc.). Diciamo un po' di vita vissuta nel quotidiano, non da turista e nemmeno da presidente internazionale in visita.

La cosa che potrà colpire appena si ha a che fare con un ragazzo è che tutto sembra possibile. Ti manca una cosa? Vai tranquillo che te la procurano. Hai bisogno di un aiuto? Non ci sono problemi, avrai sicuramente una mano. Vuoi organizzare per uscire questa sera? Ottimo, veniamo tutti! Andiamo lì? Andiamo lì. Ci troviamo alle 20.00? Ottimo! Questo per lo meno a parole.
Poi ci si scontra con la dura realtà del "non posso", "mi ero dimenticato", "ah, alla fine ho un altro appuntamento, vuoi venire?", "avevamo detto lì? Mah, magari facciamo un salto là e poi vediamo", "Ah, era alle 20.00. Scusa ma sono arrivato un po' in ritardo [20.30]", e via dicendo.
Per farla breve, il primo periodo è una doccia fredda sugli usi e costumi locali. Non si è abituati a dare un orario di ritrovo e poi arrivare con mezz'ora di ritardo, nemmeno a decidere di andare da una parte e poi cambiare idea strada facendo, e nemmeno a dare un appuntamento e poi non andare. O meglio, lo si fa anche in Italia, solo che, per quello che ho visto io, la persona poi viene bollata come poco affidabile e tendenzialmente lasciata un po' in disparte. E' normale, dici una cosa e poi la fai.

Qui no, qui è diverso. Attenzione, non ho detto il contrario; ho detto diverso. C'è chi arriva puntuale ma c'è anche chi arriva con 15, 20, a volte anche 30 minuti di ritardo. E' normale. Qui si dice di andare in un bar, ma poi si sente un altro locale che fa qualcos'altro e ci cambia idea. Addirittura ho sentito una ragazza che voleva andare in un locale con alcuni, l'abbiamo accompagnata per un pezzo di strada (a piedi, tanto era in centro, noi poi si tornava a dormire) e, arrivati davanti al locale ha detto di essere stanca e che sarebbe andata a casa anche lei. hehehe
No, non è la fiera degli svitati. E' semplicemente un riuscire a fare in tempo reale quello che ci si sente di fare.
Ma allora così ognuno fa quel czz che vuole?? Potrebbe obiettare qualcuno sobbalzando sulla sedia. Dipende. Uscite organizzate, tipo trekking su una spiaggia che presentava un sentiero per arrivare ad un'altra spiaggia "più esclusiva", vengono fatte tranquillamente. La gente si trova all'ora indicata (si indica un'ora un po' sul presto :-) si riesce a prendere tutti l'autobus (quella volta, giustamente, ha ritardato anche lui solo di un'oretta) e poi si parte. Arrivati alla spiaggia, poi, ognuno è libero di fare quello che vuole. Il ritorno, poi, si è liberi di farlo come si crede (si è abbastanza grandi da non dover andare tutti per mano) ed eventualmente anche fare piccoli gruppi che vanno a mangiare chi in un locale chi in un altro.

Tutto questo e altro (voglio evitare di scrivere un libro ogni post), avviene in un clima di tutta tranquillità. L'importante è stare bene. E questa è una cosa che, qua, mi sembra di vedere più praticata che parlata.

sabato 5 febbraio 2011

Un po' di Samba

Il momento in cui tutti (o almeno quelli che vedo io) i Carioca si rilassano è il fine settimana. Contrariamente a quanto generalmente si potrebbe essere portati a pensare, anche qui la gente lavora. E in quest'estate 2011 (è intrigante perchè in Italia deve ancora arrivare l'estate 2011!) o estate 2010 (anche qui intrigante perchè sarebbe già passata) il sabato, tra le varie cose, c'è un simpatico gruppo che si trova in Rua Ouvidor a suonare pezzi di Samba. Tutto dal vivo e con strumenti "semplici" (chitarre grandi e piccole, tamburi e tamburelli di vario tipo - non chiedetemi i nomi perchè non me li ricordo attualmente). Tanto ritmo e divertimento.

Già che mi trovavo con il cellulare, ho anche registrato un po' di un pezzo musicale. Si noti come la gente intorno ascolta con piacere e partecipa tenendo il ritmo o ballando.

Ecco un piccolo filmato girato per l'occasione (l'audio purtroppo non è il massimo ... e nemmeno il video ora che vedo):

Un momento dell'evento.

Il blog ufficiale dell'evento: http://www.sambadaouvidor.blogspot.com/