http://www.larbeneficenteamar.org.br/
O Lar Beneficente AMAR é uma Instituição Filantrópica de utilidade pública que acolhe crianças vítimas de maus tratos e vulnerabilidade social, entre 2 e 12 anos (ambos os sexos), promovendo a educação social, religiosa, assegurando o direito à vida e à dignidade e quando possível reinserindo-as em suas famílias de origem, a fim de que os laços afetivos possam ser resgatados, contribuindo assim para uma sociedade mais justa e pacífica.
Il nome Amar richiama molto quello dell'Associazione di cui al post precedente. In realtà si tratta di un'altra cosa. Questo è una istituzione che accoglie ragazzi vittime di maltrattamenti dai 2 ai 12 anni.
Oggi, grazie ad un altro italiano conosciuto qui e con il quale ho fatto amicizia, sono andato a vedere un progetto a cui sta contribuendo da qualche anno. Il posto non è tanto lontano da Rio (vedi mappa) anche se qui le distanze sono piuttosto diverse (da dove dimoro io a lì sono 50 km, ma un'ora di strada).
Mi limiterò ad alcune impressioni. Sul sito web, sia pur in portoghese, sono riportate tutte le informazioni.
La casa è molto carina e organizzata. Appena entrato sembra di stare in una casa di campagna, poi, arrivati nella parte dietro, si apre una veranda con un piccolo giardino e la sala TV. A rendere vivo il tutto un sacco di bambini. Chi gioca, si riposa un po', chi guarda un film a cartone animato alla TV.
Il mio amico, già di casa e conosciuto, con una ottima "capita" e parlata portoghese, subito saluta e viene salutato dai bambini che, riconoscendolo, gli saltano subito in braccio. Io rimango un po' in disparte, sia perchè non comprendo ancora bene cosa venga detto, sia perchè non so proprio come comportarmi :-)
Sono i bambini a fare tutto, insieme al mio amico che ha spiegato loro che vengo dall'italia. Non so per quale strano motivo la prima cosa che mi hanno chiesto è stato se so parlare inglese e se potevo dire loro qualcosa, appunto, in inglese.
Poi hanno iniziato ad avvicinarsi e, in meno di dieci minuti, me ne sono ritrovato in braccio due! Una volta rotto il ghiaccio, sempre senza invadere troppo, abbiamo iniziato ad interagire e giocare. Sempre giochi di contatto. Il mio amico, grande e forte, si poteva permettere di fare il gioco del toro meccanico, caricandosene uno alla volta sulla spalla e saltellando di qua e di là. Io, piccolo e ciccio, mi limitavo a tenerli in braccio e magari capovolgerli facendoli arrivare a pochi centimetri da terra. Siamo andati avanti così per buone due ore! Uno spettacolo!
Mi è stato raccontato dopo che, essendoci tanti orfani, per loro una dimostrazione d'affetto è proprio il contatto fisico.
Una visita molto costruttiva e toccante. Sicuramente da ripetere se possibile.
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