martedì 21 dicembre 2010

Buon Natale e Felice Anno nuovo

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Vedi sulla mappa

Tra le tante cose ed i tanti contrasti presenti qui a Rio, ho trovato questo albero di natale artificiali galleggiante più grande del mondo. Alto circa 80 metri e posto nel mezzo di Lagoa Rodrigo de Freitas, nella zona di Lagoa, appunto, dietro Copacabana.
A quanto mi hanno detto, ogni anno cambia come composizione.

Ecco il link al guinness dei primati al quale appartiene: http://www.guinnessworldrecords.com/Search/Details/Largest-floating-Christmastree/108346.htm

Lo sfondo è costituito dai palazzoni alti da 15 piani in su e dal monte Alto di Boa Vista nel parco nazionale di Tijuca.
E di seguito un piccolo filmato con la musica originale che parte dall'impianto installato sull'albero.

martedì 7 dicembre 2010

São Paulo - il togli-dubbi di portoghese e matematica

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Il Direttore di una università di São Paulo, all'interno di un paio di stazioni della metropolitana, ha attivato dei punti di informazione gratuita per "togliere i dubbi" sulla lingua portoghese e sulla matematica.

Cioè, gratuitamente, esistono due sportelli informazioni se per caso si hanno dei dubbi su come si scrive una parola, quando si usa la hilfen (il trattino es.: vice-presidente, vice-rei, ultra-som), tempi e modi verbali, ecc. della lingua portoghese, nonché su come risolvere equazioni, svolgere operazioni fino al concetto di derivate e radicali e quant'altro per la matematica.

Naturalmente non potevo esimermi dal chiedere informazioni :-) e, il professore e la professoressa che lì erano presenti (in foto) mi hanno dato tutte le informazioni del caso, nonché una serie di fotocopie sulle nuove regole attualmente in vigore (dato che la grammatica che mi hanno prestato è del 2002).

SAM_0171Molto, molto interessante!

São Paulo - antichi mestieri moderni

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Ecco una prima curiosità. Un lavoro che in Italia non è più in uso - credo - o che personalmente non ho incontrato con la stessa facilità ed organizzazione che incontro qua: il Lustrascarpe. Organizzati in piazza, con tanto di baracchino vicino al giornalaio e quant'altro, offrono servizio completo con sedia e giornale. Ovviamente persone come me con scarpette da ginnastica non possono nemmeno avvicinarsi qui :-)

Ce ne sono anche all'aeroporto ed in centro città. E' interessante notare come un lavoro che personalmente vidi solo nei film in bianco e nero di una volta, qui è ancora così attuale.

Purtroppo mi viene in mente solo ora che scrivo di chiedere il prezzo. Magari la prossima volta.

lunedì 6 dicembre 2010

Imparare il Portoghese (Brasiliano) - ultimo passo - la grammatica

Settimo ed ultimo passo che ritengo valido nel mio personale processo di apprendimento della lingua Portoghese: La grammatica.

Settimo passo: la grammatica

Già citai un paio di libri di grammatica che sto studiando di grammatica. Ma allora, perché all'ultimo passo la grammatica?

Personalmente reputo che l'apprendimento di una lingua sia più facile se paragonato all'apprendimento della lingua madre. Un processo che parte da neonati e si sviluppa con la crescita. Fino a prova contraria non ho visto alcuna mamma parlare al proprio figlio di pochi mesi di modi e tempi verbali, nomi, pronomi, avverbi, interiezioni e quant'altro. E' altrettanto vero che ho visto poche mamme parlare con i propri figli di pochi mesi, quindi potrebbe essere più una sensazione che una statistica veritiera :-D

Ecco allora che, dopo aver iniziato a parlare con le prime frasi fatte, iniziato ad intendere e piano piano a ripetere, dopo aver "allargato" il canale che dalle orecchie porta alla bocca e cominciato ad esprimere i primi pensieri, mi ritrovo a studiare la grammatica. E leggendo il libro, comprendo molto più facilmente di cosa sta parlando in riferimento alle frasi che piano piano inizio a pronunciare.

Sono d'accordo con chi afferma che una buona base nella propria lingua madre italiana o spagnola, consente un collegamento con questo altro idioma migliore e più rapido.

Ecco allora che nel "terreno" ancora tenero del punto di vista della struttura e povero dal punto di vista del vocabolario, la grammatica arriva come un impianto di colonne portanti che delimitano il territorio e definiscono un po' il contenitore dove poi inserire tutto. E, rifacendomi a quanto detto prima, è più facile piantare delle colonne portanti su un terreno tenero, piuttosto che su uno completamente arido e vuoto.

Da questo punto in poi, basterà solo fare pratica, fare pratica e fare pratica.
E come dico sempre in aula per quanto riguarda l'italiano (inteso come lingua, non come materia!), ma credo sia valido anche per il portoghese e qualsiasi altra lingua, "Adotta un vocabolario e diventane il suo migliore amico". Se poi è in lingua originale, tanto meglio.

São Paulo - Visita ad una metropoli

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Piccolo scorcio dal Palazzo xxxx (42 piani circa)

Naturalmente in autobus, e non in aereo, il viaggetto di 5 ore verso la capitale di un altro stato quale São Paulo è stato quanto mai interessante. Una metropoli, come in Italia si potrebbe vedere solo in televisione.

Perché? A quanto ho sentito e visto in internet, conta circa più di 10.000.000 di abitanti (10 milioni!). Praticamente più di 5 volte Roma o Milano. Un panorama urbano che si estende a vista d'occhio, palazzi di 15/20 piani come se fossero "bruscolini", strade a 3 o più "piani" con 4 corsie per senso di marcia piene zeppe di mezzi, gente che invade le strade in tutte le direzioni come fosse acqua che scorre in un fiume, e, ovviamente, di tutto e di più.

In questi giorni vedrò di recuperare qualche curiosità che in Italia non si trova più, oppure è difficile da vedere.

domenica 5 dicembre 2010

Imparare il Portoghese (Brasiliano) - sesto passo - il punto di volta

Ed eccoci quasi alla fine di questa serie di descrizioni che riportano un po' i miei passaggi per poter approdare ad un nuovo idioma in un modo che non ho mai affrontato. Prima infatti l'unico tipo di apprendimento è stato quello scolastico avendo poi seguito altre strade che, purtroppo o per fortuna, mi portano ad essere qui oggi. Quello di cui voglio parlare oggi è il punto di volta ovvero quel punto che personalmente identifico nell'apprendimento di una cosa. Ogni materia ce l'ha, ne sono convinto.

Sesto passo: il punto di volta

Per punto di volta, intendo quel punto dopo il quale si innesca un "meccanismo" di autoapprendimento che rende autosufficiente una persona in una determinata materia. Come ex programmatore, per esempio, ritengo che il punto di volta parta dal momento in cui si è riusciti ad apprendere la logica di un determinato linguaggio e si è imparato a muoversi all'interno della documentazione a riguardo presente in internet. Da quel punto in poi, qualunque cosa venga richiesta dal cliente potrà essere risolta, è solo questione di tempo. Mi capitava così, per esempio, con le analisi database o lo studio di soluzioni per siti web.

Nell'approccio ad una lingua, personalmente sempre, ritengo che il punto di volta sia quello in cui si riesce ad esprimere più o meno quello che si vuole dire (esclusi i fronzoli come modi di dire e finezze) e, cosa più importante, si riesce ad apprendere nella nuova lingua straniera. Da quel punto in poi, si potrà chiedere il significato di nuove parole, apprendere nuovi modi di dire, fornire e ricevere spiegazioni. Si comincia a "navigare" per così dire, in un'altra lingua. E con chi? Con persone che con quell'altra lingua ci sono nate e, insieme ad essa, hanno appreso modi di dire, usi e costumi. E' come entrare in un altro mondo, non solo fisicamente.

E se si ha l'umiltà di ascoltare, prima di parlare (credo sia una legge universale), si possono imparare un sacco di cose di una cultura così vicina è così lontana allo stesso tempo. Per ora sono solo in ascolto.

sabato 4 dicembre 2010

Imparare il Portoghese (Brasiliano) - quinto passo - pratica sul campo

Rimanendo in tema di imparare una lingua nuova, sempre a detta di uno che non ha mai avuto questa vocazione (il sottoscritto, appunto :-), proseguo oggi con il passo legato alla pratica sul campo, forse la cosa più naturale e scontata, che potrebbe già da sola annullare qualsiasi altro passaggio.

Quinto passo: pratica sul campo

Praticare sul campo una lingua, se provate a chiedere a qualsiasi professore di lingua straniera, più qualificato di me sicuramente, è il miglior modo in rapporto qualità/quantità/tempo di apprendimento. Cioè nella stessa unità di tempo si riesce ad apprendere molto di più. Perché? Beh, la risposta è abbastanza scontata: si è completamente immersi in un altro contesto non solo linguistico ma anche culturale senza possibilità di "scampo" - a patto che intorno a voi NON vi sia nessuno che conosce la vostra lingua! Un po' come ho sentito fare una volta per insegnare a nuotare ai bambini, li si butta in acqua e, quasi per magia, imparano a galleggiare.

Come fare pratica sul campo? Beh, nel significato stretto del termine significa proprio andare in territorio straniero e conoscere il campo appunto della lingua. In termini un po' più astratti, al giorno d'oggi, si può pensare ad una cosa via internet.

Già qualche anno fa (parlo di almeno 10 anni), spinto dalla curiosità di conoscere, mi ritrovai a chattare in inglese con un paio di persone in India di mattina (perché con il fuso orario lì era pomeriggio) e in America di pomeriggio (per lo stesso motivo del fuso orario). Non incontrai nessuno, non feci nulla di quanto la TV ha premura ogni giorno di informare i propri telespettatori. Piuttosto, in pochissimo tempo ebbi una crescita notevole nell'imparare l'inglese. Se poi ci metto a fianco il fatto che all'epoca ero anche programmatore, mi ritrovai nel giro di un mese a leggere con molta agilità la documentazione Microsoft e altra in maniera molto più agevole.

Una cosa interessante del chattare o comunque del parlare con gente comune (cioè non professori nel campo dell'insegnamento delle lingue) è che ... anche loro fanno errori! Cioè, un indiano dell'India che scrive in inglese, può fare errori di scrittura, costruire la frase in maniera non "accademica" e quindi, oltre ad imparare la forma canonica, si è costretti a verificare il messaggio ricevuto (cosa che su un libro accade più raramente).

Altra cosa interessante sono le espressioni comuni, i vari usi e costumi, pratiche, interessi, meteo, giochi, barzellette locali, ecc. Una cosa indescrivibile.

La cosa poi più difficile, durante la pratica sul campo, è quella di passare dal "ripetere frasi fatte" o idee standard al "tradurre i propri pensieri" e quindi cominciare a dire quello che si pensa. Può sembrare una sciocchezza, ma - almeno parlo per me, naturalmente - quando si cerca di dire qualcosa e quindi si è concentrati sul contenuto, si si può osservare in tutto il suo pieno significato l'espressione "non mi vengono le parole" e magari sono le stesse parole delle frasi fatte e apprese prima ma non ancora "slegate" dal contesto ed interiorizzate nel proprio vocabolario.

Un mio personale consiglio, infine, è quello di usare una "lingua di supporto" diversa dalla propria madrelingua. A me personalmente, non venivano le parole in portoghese, quindi le dicevo e spiegavo il significato in inglese. Questo così per imparare due lingue nello stesso momento :-)

venerdì 3 dicembre 2010

Imparare il Portoghese (Brasiliano) - quarto passo - ascoltare e ripetere

Le impressioni personali di uno (io) che cerca di imparare qualcosa di nuovo (il Portoghese appunto) per poter comunicare al meglio le proprie idee. Senza esperienza alcuna di insegnamento di lingue straniere (insegno appunto informatica e tecnica amministrativa!), descrivo solo le cose che ho fatto e le sensazioni che mi hanno pervaso in questo periodo.

Quarto passo: ascoltare e ripetere

Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare ... ma nessuno si preoccupa di sapere quanto passa tra l'ascoltare ed il ripetere. Ora, non me ne intendo molto ma credo che tra le orecchie e la bocca, il passaggio non sia così rapido come si potrebbe pensare.

Infatti ascoltare la radio in una lingua straniera o anche solo una parola detta da una persona in una lingua diversa dalla nostra, non sempre si riesce a ripeterla né tantomeno a ricordarla. C'è bisogno di ripeterla e, secondo me, già che si è grandi, anche vederla scritta.

Tutto questo perché già osservando i neonati, quando iniziano a ripetere le prime parole (dapprima di due sillabe - guarda caso mamma e papà, ma poi anche pappa, cacc..., oppure per i più svegli banca, soldi, calcio hehehe - poi sempre di più) mi fece pensare a quanto possa essere difficile apprendere un nuovo idioma appunto.

La maggior parte delle persone apprendono il proprio quando sono neonati, successivamente il secondo e/o terzo quando sono adolescenti. Nel primo caso non si ricorda di come si è fatto. Ci sono solo valide testimonianze dei genitori che ricordano quando faceva i primi discorsi da solo farfugliando e le prime parole. Nel secondo caso invece spesso si ricorda il professore o la professoressa che ha fatto piacere o meno la materia insistendo su quelli che effettivamente sono i cardini fondanti della lingua e della struttura straniera.
Se poi ci si appassiona, sempre secondo me, e si lascia fluire questa cosa "osservandola", ci si rende conto di quanto sia difficile, o meglio, non semplice.

La sensazione, nel cominciare a ripetere quanto sentito dalla radio, è proprio quella di un bambino che comincia con parole di una o due sillabe e poi prosegue. All'inizio si ripete - proprio come un bambino - l'ultima parte della frase. Cioè, si intende tutto ma si ripete solo l'ultima parte. Perché? Se vado a controllare o riascoltare ho inteso tutto! Come mai non riesco a ripetere? Hehehe, è una sensazione divertente. Cioè nella memoria ci sono i suoni delle parole, ma alla bocca non arrivano e l'unica cosa che si riesce a ripetere sono le ultime due o tre parole. Parlo di una o più frasi un po' articolate, non le classiche base "Come va?", ecc. Si provi ad immaginare questo paragrafo tradotto in un'altra lingua e letto da un lettore.

Detta in termini informatici (questo lo conosco!) è un po' come un buffer che si crea nella memoria e che poi viene trasferito alla parola. All'inizio è piccolissimo e, man mano che si prosegue, aumenta sempre più fino a raggiungere la dimensione "maggiore del necessario" e permettere quindi di ascoltare e ripetere senza problemi. Maggiore perché sufficiente non solo a contenere quanto detto da una persona, ma anche per ascoltare altre persone che parlano intorno e catturare parole di interesse, ecc.

Un gioco interessante che mi piace fare ogni tanto è quello di ripetere le stesse parole mentre una persona sta parlando (ad esempio al telegiornale) per mettere in connessione le due cose. Sembra una sciocchezza - e potrebbe anche esserlo viste le mie conoscenze - ma all'inizio non è così automatico anche perché chi parla continua a mandare informazioni che il cervello deve processare essendo contemporaneamente impegnato a produrre le parole da ripetere. Più è vicina la ripetizione (tipo con mezzo secondo di scarto o anche meno) più è veloce la connessione tra le due zone. Ecco, se poi si immagina di farlo in una lingua che non si conosce, si può immaginare quale sia la difficolta di mettere in comunicazione le due parti tra di loro.

Per chi vuole divertirsi, di seguito un filmato di Geo&Geo per provare a ripetere appresso al documentarista.

giovedì 2 dicembre 2010

Imparare il Portoghese (Brasiliano) - terzo passo - ascoltare e comprendere

Sempre nell'ottica di descrivere quali siano stati i miei passi per poter apprendere il Portoghese, vado avanti con la mia personale descrizione.
Ripeto per chi visualizzasse solo questo post e non abbia visto i precedenti: riporto solo le mie impressioni, non essendo insegnante di lingua, non pretendo di avere voce in capitolo ... e nemmeno in paragrafo o note di fondo.

Terzo passo: ascoltare e comprendere

"Prima di parlare, ascolta!" Quante volte si sarà sentita questa frase nella vita? Spero non troppe :-) E proprio questo è stato il passaggio. Ascoltare le parole singole prima e la radio, poi, mi hanno permesso di apprendere il suono delle parole e successivamente il loro scorrere all'interno di una frase.

Personalmente reputo questo un buon punto. Se già si riescono a comprendere le parole e come queste sono divise tra loro all'interno di una frase non è cosa da poco. La mia personale sensazione (che però non posso provare se non osservando dall'esterno) è stata, credo, simile a quella di un infante. Un bimbo che praticamente perde espressione facciale quando gli si parla perché assolutamente intento ad ascoltare che cosa gli si dice. Per un adulto credo che non si usi tanto il termine assorto quanto "inebetito". Proprio con la faccia quasi senza tono, occhi fissi nel vuoto e bocca semiaperta. Sì, ho esagerato un po', lo so. Ma più o meno è così. Cresce poi anche una sensazione di ansia e stress perché non si riescono a capire cose che magari potrebbero essere sciocchezzuole.

Quando si cerca di apprendere una lingua straniera inoltre - almeno secondo la mia esperienza - per via "accademica", ogni parola/frase/argomento sono assolutamente importanti. Non c'è spazio per le "piccole espressioni". Ascoltando la radio, invece, ho scoperto che è praticamente pieno di queste che io chiamo "piccole espressioni". Il notiziario dice le cose importanti mentre i dj chiacchierano e scherzano tra di loro.
Mi fa sorridere, se ci ripenso, l'espressione di assolutamente assorto e inebetito davanti alla radio per cercare di capire frasi come: "Complimenti cara! Hai indovinato la canzone!" oppure "Buongiorno, tutto bene? Ti vedo con gli occhi un po' assonnati" o ancora "Caspita!" "Ecco che mi sono seduto" e così via. All'inizio sembrano cose super importanti, chissà cosa starà comunicando, magari mi sto perdendo una frase che potrebbe risolvere tutti i problemi del mondo!

mercoledì 1 dicembre 2010

Imparare il Portoghese (Brasiliano) - secondo passo - il modello figurativo

Prosegue il ciclo descrittivo di come "me sto 'mparando er Portoghese" senza fare il cosiddetto scaricatore di porto (il famoso scaricatore di porto portoghese).

Secondo Passo: il modello figurativo

Una cosa che successivamente ho cercato di fare, successivamente al corso, è stata quella di associare all'immagini degli oggetti, la parola in Portoghese. Quando penso ad una cosa, solitamente prima c'è un'immagine che precede la parola. Io personalmente lo chiamo modello figurativo e lo associo alle immagini stereotipate che più o meno tutti abbiamo quando si parla di qualcosa (fonte di tanti fraintendimenti e altrettante battute e barzellette). Quando una persona dice per esempio "casa", quasi tutti ci immaginiamo la casetta quadrata con il tetto triangolare rosso, una porta, due o più finestre, albero al fianco e prato. Qualcuno potrà metterci un camino fumante, le tende alle finestre e una o più persone fuori. Probabilmente perché questa è la casa che si disegna da bambini e quella che si stampa nella testa. Perfetto, basta saperlo. E' difficile che ci venga in mente il progetto di un ingegnere con la vista in 3D sezionata, impianto elettrico e idraulico con tutte le quote. Oppure la pianta vista dall'alto con muri e mobili. Già però il fatto di saperlo, infatti, ci permette di scardinare questa cosa (di qui le barzellette basate anche sul pensiero laterale)

Ecco, se dicendo una parola si associa una figura, mi viene facile pensare, appunto che alla figura sia associata una parola e, quando si vede la figura o si pensa a quella figura per poter conversare, di conseguenza di troverà la parola associata. L'idea di fondo è questa.

Nella pratica, già osservando le diapositive e leggendo/ascoltando le parole in LiveMocha.com (di cui al post precedente) più o meno avviene questo. Il passaggio successivo è stato quello di aggiungere il nuovo termine al mio personale "modello figurativo" di riferimento. Tante già si assomigliano (nella fattispecie proprio la parola casa!), altre no. Se poi a questo si associa anche il suono il gioco è fatto. Con poco sforzo è possibile cominciare ad avere il proprio archivio di parole.

A che serve? Proprio a nulla se poi non lo si usa. E' un po' come la diavolina per accendere il fuoco. Si comincia a dire qualche parola, ma poi c'è bisogno di qualche struttura portante per poter andare avanti. L'importante però sta nel cominciare ...

martedì 30 novembre 2010

Imparare il Portoghese (Brasiliano) - primo passo - l'approccio

Con oggi termina il mese di novembre e, da quando sono arrivato, sono passati quasi due mesi. Non è poco, ma nemmeno tanto. Per poter comunicare, comunque, è necessario apprendere la lingua.

Credo che se per comprendere un messaggio, giochi un ruolo molto importante la comunicazione non verbale, per poterlo trasmettere, il canale principale è quello verbale. Sembrerà strano, dato che dal momento che lo trasmetto, sono "affari" di quell'altro capirlo, quindi potrebbe giocare facile tentare la strada della comunicazione non verbale. Quando però non si ha molto tempo per poter spiegare le cose, oppure si fa riferimento a cose astratte, o, ancora peggio si è al telefono, tutto questo non funziona.

Non avendo mai insegnato una lingua straniera, non pretendo assolutamente di spiegare come si fa. L'unica cosa che desidero pubblicare, è un breve riassunto di quali sono stati i miei passaggi e le mie sensazioni. Eventualmente, nei commenti, è possibile inserire cose che ho dimenticato o altre realtà di chi insegna o parla più di una lingua.

Primo passo: l'approccio

Esistono tantissimi approcci per poter imparare una lingua. C'è chi comincia con il tradurre le canzoni preferite, chi cerca persone che parlino solo quella lingua, chi fa un corso organizzato con l'università o altro Ente che eroga corsi, chi si può permettere un professore privato. Io, che sono povero per definizione (questa è la mia condanna purtroppo) non solo in termini economici, ma anche di disponibilità di tempo, ho cercato qualcosa in internet di conveniente e pratico da gestire (come tempi) ed ho trovato appunto LiveMocha.com un sito web che permette di fare un corso base gratuitamente (non so se ora è tutto a pagamento) praticamente per qualsiasi lingua.

L'idea è molto semplice ed in perfetto stile web 2.0.

Dopo essersi iscritti si sceglie la lingua che si desidera imparare. Le lezioni sono composte di 4 passi:

  1. Apprendimento - con l'ausilio di immagini, parola scritta e pronunciata, vengono passate in rassegna circa 40 slide. All'inizio semplici, poi, successivamente, non solo parole ma anche frasi
  2. Riepilogo - di nuovo tutte le slide, questa volta o senza la scritta (che sarà da scegliere) oppure senza l'immagine (che sarà da trovare leggendo la scritta o ascoltando il parlato)
  3. Scrittura - All'inizio cose molto semplici, dopo sempre più articolate, viene richiesto di scrivere proprio in lingua qualcosa che va dal come si è vestiti a cosa si sta facendo alla descrizione delle proprie vacanze
  4. Lettura - Alcune frasi (a volte senza connessioni tra loro) devono essere lette e registrate

Gli ultimi due passaggi sono la chiave di tutto. Una volta inviato lo scritto ed il parlato, tutte le persone iscritte nel mondo di madrelingua della lingua che si desidera apprendere, hanno la possibilità di correggere il lavoro e dare una risposta più o meno completa. La facilità estrema delle cose richieste (per chi è di madrelingua naturalmente) permette di avere un correzione accurata. Allo studente, naturalmente sarà richiesto di fare lo stesso.

Io, da quando mi sono iscritto, ho ricevuto molte correzioni da brasiliani "veraci" ed ho fatto molte correzioni a brasiliani, argentini, tedeschi, ecc. per l'italiano.

La cosa secondo me è tanto interessante quanto motivante. Altra cosa che reputo interessante è sentire la pronuncia corretta in madrelingua di un testo da parte di più persone. In questo modo si possono riconoscere gli accenti e le varie inflessioni tipiche del parlato "vero".

Altro approccio è stato quello di ascoltare la radio via internet. Tanta radio con musica in lingua originale e parlato. All'inizio non si capisce praticamente nulla. Piano piano anche l'orecchio si abitua a "dividere" le parole e intendere l'accento. La radio che ho trovato è stata BH FM, radio tipica di Belo Horizonte. Questo perché ho chiesto in giro (qualche persona conosciuta appunto correggendo esercizi in LiveMocha.com) il nome di una radio tipica. Già ho parlato di questa radio (leggi il post) quindi non mi dilungo troppo. Interessante è riascoltarla a distanza di tempo. Il messaggio trasmesso è sempre nello stesso formato, ma si riescono a comprendere più cose nello stesso tempo. Inizialmente ero contento di aver capito una parola in una giornata intera, ora più o meno riesco ad intendere il senso di cosa viene detto, se non addirittura una conversazione intera.

 

Questo primo passo per me non è stato il più pesante. La lingua più o meno simile, il suono piuttosto amichevole, permettono di affrontare il primo gradino in maniera facile ed agevole. Le lezioni scorrono abbastanza velocemente e piacevolmente.

lunedì 29 novembre 2010

La guerra

http://ultimosegundo.ig.com.br/brasil/rj/estamos+em+guerra+diz+chefe+do+estadomaior+da+pm/n1237838930134.html

Qualche settimana prima che arrivassi, vicino alla casa dove sono ospite, qualche "cattivone" è riuscito a tirare giù un elicottero della polizia. E la polizia si è arrabbiata. Tanto.

E' da qualche tempo che sono in corso delle operazioni di riqualificazione delle favelas. L'idea qual'è: il Bope avvisa del suo arrivo, arriva in favela, cattura/scaccia/se la vede faccia a faccia con i criminali, occupa il loro quartier generale e rimane per qualche tempo (non ho capito se un mese o più). Questo per ripulire un po' la zona. Se non bado errato cerca anche armi e droga nascosti.

Successivamente arriva un comando di polizia "di pace" che ha il compito di sorvegliare la zona e riprendere i contatti con la popolazione ed i ragazzi che lì vi abitano. Ci sono iniziative come giochi in strada, ecc. A quel punto la favela ritorna di proprietà dello "Stato" il quale può regolarizzare delle attività che prima erano invece dettate dai banditi.

I "cattivi", difficilmente accolgono o combattono quelli del Bope, a quanto mi hanno spiegato, quindi scappano. L'idea, dovrebbe essere che scappando, arrivano fino ad un punto in cui non conoscono la zona (una favela diversa da quelle controllate) e quindi dovrebbe essere più facile catturarli. Bisogna vedere se funziona, perché essendo in tre comandi a controllare tante favela, non escludo che possano allearsi.

Le favelas comunque trattate in questo modo, hanno comunque visto aumentare il valore degli immobili lì presenti.
Tutti i Carioca (abitanti di Rio appunto) che ho sentito, comunque, fanno il tifo per il Bope (per fortuna che conosco brava gente :-)

Fatto è, comunque, che è una settimana che si spara. Non proprio sotto casa, ma tutto in giro per la città. Di seguito qualche foto fatta al giornale O Globo del 25 novembre che riporta degli attacchi.

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E di seguito la mappa (cliccando si arriva alla versione interattiva) che segna punto per punto:

MappaAttacchi

Qui invece un link all'articolo di iG il quale riporta la cronologia di tutti gli attacchi:
http://ultimosegundo.ig.com.br/brasil/rj/conheca+a+cronologia+dos+ataques+a+veiculos+no+rio/n1237837074797.html

Quello maggiore, è stato al Complexo do Alemão, quello che è diventato poi il covo dei capi delle tre fazioni principali. Le cose trovate, oltre a svariate tonnellate di droga, sono quantità enormi di armi. All'associazione AMAR, abbiamo fatto andare i ragazzi a casa due ore prima del previsto almeno un paio di volte, poichè la polizia raccomandava di non uscire per via degli attacchi e, a casa, più di una volta ho sentito echeggiare spari da guerriglia dalle favelas intorno.
Cosa risaputa ma sconcertante è stato quando i poliziotti sono entrati in casa di uno dei criminali ed hanno trovato ogni tipo di sfarzo, compresa mega piscina in veranda.

Ecco il link alla galleria fotografica che riporta le immagini degli attacchi ed il lavoro del BOPE. Alcune immagini sono coperte dall'avviso che riportano scene molto crude e bisogna cliccare per poterle vedere.


http://especiais.ig.com.br/zoom/caos-no-rio/

giovedì 25 novembre 2010

La Criminalità

http://pt.wikipedia.org/wiki/Comando_Vermelho
http://pt.wikipedia.org/wiki/Terceiro_Comando
http://pt.wikipedia.org/wiki/Amigos_dos_Amigos

Rimanendo a Rio de Janeiro, un'altra grande cosa con la quale fare i conti è la criminalità. O meglio le tre grandi organizzazioni che controllano il traffico di droga.

CriminaliRio

Comando Vermelho fu la prima, nel 1979, nata "come connessione di prigionieri comuni e militanti della Falange Vermelha (falange rossa) che ha combattuto la dittatura militare".

Terceiro Comando è l'organizzazione nata in contrapposizione a Comando Vermelho nel 1994. Le sue origini sono alquanto oscure.

Amigos dos Amigos, infine, nata tra il 1994 e 1998 è la terza organizzazione in contrapposizione con le altre due.

Tutte e tre controllano il traffico della droga che arriva a Rio, tutte e tre sono molto potenti e tutte e tre hanno il loro rifugio, magazzini e territori controllati all'interno delle favelas. Tutte e tre sono rivali. E qui nasce il problema.

Da quando sono nate, a quanto ho capito, il mercato è sempre andato in crescendo e di conseguenza anche gli introiti. Essendo le fazioni rivali, ognuna ha cominciato a procurarsi armi instaurando così una specie di "corsa agli armamenti". Tante e tante armi, troppe. Troppe perchè, per non lasciarle lì ferme ad arrugginire, hanno cominciato ad essere date un po' a tutti i partecipanti all'organizzazione e, da lì, ad essere usate con troppa disinvoltura. Si è arrivati al punto che, per una semplice rapina, una persona rischia di essere ammazzata quasi senza motivo. Davvero troppo.

Un buon film che fa vedere un po' come funziona la criminalità in una favela è "Cidade de Deus" (http://it.wikipedia.org/wiki/City_of_God) tratta dal romanzo del brasiliano Paulo Lins. Di seguito il trailer.

E di seguito il trailer del film, anche questo tutto brasiliano, che parla dell'origine del Comando Vermelho.

 

Altre organizzazioni criminose in Brasile sono a questo link:
http://pt.wikipedia.org/wiki/Categoria:Organiza%C3%A7%C3%B5es_criminosas_do_Brasil

P.S.: i link sono tutti riferiti a Wikipedia in Portoghese. Il fatto è che in questo caso le informazioni maggiori sono nella lingua di origine dell'informazione stessa. La lettura dovrebbe essere abbastanza agevole. Eventualmente è possibile cliccare sulla traduzione italiana che fornisce comunque una buona informazione.

Altri link (sempre in portoghese):

mercoledì 24 novembre 2010

La Favela

http://it.wikipedia.org/wiki/Favela

Con il termine favela (in portoghese; al plurale: favelas) si indicano le baraccopoli brasiliane, costruite generalmente alla periferia delle maggiori città. Le abitazioni sono costruite con diversi materiali, da semplici mattoni a scarti recuperati dall'immondizia e molto spesso le coperture sono in Eternit. Problemi comuni in questi quartieri sono il degrado, la criminalità diffusa e gravi problemi di igiene pubblica dovuti alla mancanza di idonei sistemi di fognatura e acqua potabile. Sebbene le più famose fra esse siano localizzate nei sobborghi di Rio de Janeiro, vi sono favelas in tutte le principali città del paese.

Favela Rio das Pedras (vedi sulla mappa)

Come al solito, in questo blog, non voglio spiegare nulla, poichè le informazioni sono già presenti in rete e credo siano anche più accreditate. Mi limito a raccontare alcune impressioni e un po' quello che ho sentito dalle persone che incontro di giorno in giorno.

A vederle sono un agglomerato di case, una sopra l'altra, disposte proprio intorno alla città senza un ordine logico. La cosa che le fa saltare proprio all'occhio è il fatto che principalmente non hanno intonaco. Si vedono quindi questo muro di mattoni con qualche colonna portante in cemento armato e basta. Sono un numero esorbitante (vedi grafico preso dalla versione in Portoghese - dati del 2000), più di 500. Anche solo prendendo l'autobus per andare da qualche parte, inevitabilmente ci si passa davanti o comunque si vede sullo sfondo.

Sulle sue origini rimando alla spiegazione di Wikipedia (riguardo ai soldati tornati dalla guerra di Canudos in Bahia e che non ricevettero dallo stato alloggio e si videro quindi costretti a rifugiarsi sulle colline). Altro motivo di espansione è stato quello del boom edilizio negli anni 70 che vide un grande movimento migratorio interno (dagli stati del nord, nord-est a Rio).

Altra storia che ho sentito, riguarda gli schiavi, che lavoravano come domestici presso i loro "padroni" e che, ad un certo punto sono stati "liberati". Senza soldi e senza un tetto sotto il quale dormire, però, si sono visti costretti a trovare riparo su questi "morri".

Generalmente le case vengono costruite a piccoli pezzi, quando si ha un po' di materiale o un po' di soldi per comprare qualcosa si va avanti con la costruzione. Non credo vi siano molti ingegneri lì intorno, quindi ecco come mai sono praticamente una sopra l'altra. Chi vive all'interno di una favela non paga le tasse. In qualche modo si riesce ad avere la corrente, così anche l'acqua ed i vari servizi base. Non è un grande vantaggio, se si pensa poi alle condizioni dell'ambiente.

C'è però da dire che, i più invidiosi fanno notare che sulle colline si gode di un panorama molto più bello che in città (e per alcuni punti che ho visto il panorama è davvero mozzafiato!) e, cosa che probabilmente non si sentirà dire attraverso i canali ufficiali, ci sono persone anche benestanti, che comprano una casa in favela per poter spostare la residenza e non pagare le tasse. Non so poi se fanno accertamenti o meno!

Vero è che un ambiente così, dove un sacco di gente povera o che comunque fa lavori che non gli permettono uno stato sociale più elevato vi abita, è sicuramente terreno fertile per la criminalità. Se poi si aggiunge che, a quanto ho capito, per parecchi anni il comune di Rio non se ne è mai occupato realmente, gli ingredienti ci sono tutti.

Personalmente osservo queste favelas con grande rispetto, vedendo anche i bambini che giungono al centro e che giocano e studiano lì dopo scuola.
Certo è che fanno da monito a chiunque le guardi. Qualsiasi "malessere dei ricchi" perde di importanza.

martedì 23 novembre 2010

Il Bope - Tropa de Elite

http://pt.wikipedia.org/wiki/Batalh%C3%A3o_de_Opera%C3%A7%C3%B5es_Policiais_Especiais_%28PMERJ%29

da Wikipedia:

Il BOPE (Batalhão de Operações Policiais Especiais, ovvero battaglione per le operazioni speciali di polizia), è un gruppo di intervento speciale della Polícia Militar di Rio de Janeiro specializzato nell'effettuare incursioni sul territorio delle favelas e in altre zone ad alto rischio.

Già il logo non ispira molta tranquillità. Se poi si ha modo di vederli in azione, si comprende anche il perché. Il link sotto il titolo è riferito alla descrizione in Portoghese che, rispetto a quella italiana è più completa.

bope01

Costituiti nel '78, sono, o sono percepiti da chi abita qui a Rio de Janeiro, la migliore forza specializzata in guerriglia urbana. Tanto che, generalmente, quando arrivano si ha paura.

Personalmente non ne ho ancora visti dal vivo, ma la loro ombra aleggia in giro per la città. Hanno fatto anche un film su come funziona e, più in generale, come è organizzata la polizia, i trafficanti e le università, tutti un po' commistionati gli uni con gli altri.
I film usciti sono Tropa di Elite 1 e 2. Visto che non conosco, rimando alle spiegazioni ufficiali di Wikipedia e del film. Stando sempre a quanto sentito dalle persone che abitano qua ed hanno anche letto le notizie uscite sul film direttamente in loco, il film spiega molto bene il funzionamento interno dei vari organi. Nel primo episodio dal punto di vista dei poliziotti operativi, il secondo dal punto di vista degli ufficiali che sono in contatto con l'organo politico.

Io ho visto il primo in lingua originale (ancora troppo difficile perchè è tutto in slang) spiegato da uno che già l'ha visto e ci capisce della lingua.La cosa che più appare, a differenza di un qualunque altro film americano o italiano che sia, è che non si va tanto per il sottile. Il criminale, nella stragrande maggioranza dei casi, non arriva ad avere un processo ...

Di seguito il trailer del primo e del secondo episodio (purtroppo non ho trovato la versione in italiano):

 

 

Ecco il link al sito web ufficiale: http://www.tropadeeliteofilme.com.br/
Altro sito interessante (sempre in lingua originale) legato al diario di un poliziotto militare: http://www.diariodeumpm.net/
Altro sito sempre sulla Tropa de Elite: http://tropaselite.t35.com/

lunedì 22 novembre 2010

10 secondi per cambiare umore

Oggi, sono riuscito a fare più di una cosa. Comincio a cavarmela con il portoghese (anche se tanto è il linguaggio non verbale che aiuta!).

Mi siedo di fronte al ragazzo che aiutai l'altro giorno in matematica (a fare le tabelline) e scopro che ha preso un buon voto della verifica di matematica. Purtroppo non si può dire lo stesso di Portoghese. A fianco a me si siede un'altra ragazzina che, tristezza infinita, non sa ancora leggere ... ed ha 10 anni presto. Il brutto è che ogni mio sforzo per motivarla o tentare di farla leggere viene rigettato come rifiuto. Quasi la stessi offendendo.

Ho portato il frisbee che, dopo un timido tentativo di aggiustarlo, sta continuando a rompersi.

Vado nell'ufficio della madre superiore per copiare sul suo computer le fotografie dell'uscita all'Ilha Fiscal e, mi viene chiesto di cambiare il monitor. Due dei nuovi ragazzi sono lì vicino e vorrebbero giocare a qualche videogioco in internet. Sposto il tavolo per togliere i cavi dal PC e dalla corrente e sento uno dei due ragazzi fare una battuta all'altro. Ci dò poco conto, anche perché non riesco a capire molto. Di lì a pochi secondi, i due hanno iniziato a litigare e darsele di santa ragione. Dopo un paio di colpi ben assestati tra loro, la madre superiore porta fuori il primo ed io fermo l'altro che nel frattempo stava tirando qualunque cosa gli passasse per le mani. Nel giro di 10 secondi, si è scatenato un litigio per colpa di una battuta. Ora capisco cosa si intende quando a questi ragazzi vengono "rotti" i limiti del rispetto. Il tutto si risolve con una telefonata all'altra casa e domani il primo attaccabrighe non sarà portato qua. Almeno fin quando non avrà imparato a comportarsi correttamente.

10 secondi, nemmeno il tempo di capire cosa si siano detti i due.

sabato 20 novembre 2010

Ilha Fiscal

http://pt.wikipedia.org/wiki/Ilha_fiscal

Oggi viaggio d'istruzione con tutti i ragazzi. Destinazione "Isola Fiscale" o meglio Ilha Fiscal.

Conosciuta come l'isola dove si è svolta l'ultima cena dell'impero proprio nel 1889, qualche giorno prima del 15 novembre!
Alcuni cenni tradotti:

Il castello dell'Isola fu progettato dall’ ingegnere Adopho José Del Vecchio, come reparto di Tesoreria, con l’obiettivo di collocare là un doganiere. Elaborò un progetto in stile néo-gotico ispirandosi ai castelli del secolo XIV, in Auvergne, in Francia. Il progetto fu premiato con la Medaglia d’Oro nell'esposizione della Scuola Imperiale di Belle donne e elogiato dall'Imperatore. L'edificio dell'Isola Fiscale fu inaugurato all'inizio del 1889 dall'imperatore. La repubblica fu proclamata sei giorni dopo il ballo, e l'imperatore si imbarcò allo stesso Cais Pharoux. Vale osservare che la banchina Pharoux, nel centro di Rio oggi è nota come Piazza Quindici, dove recentemente furono ritrovate le scale usate per l'imbarco per l'Isola.
http://www.rioape.com.br/it/cartolina/013.htm

Una bella esperienza. Per alcuni dei ragazzi ho idea che fosse una tra le prime uscite, se non proprio la prima. Super entusiasti nel salutare fuori dal finestrino (e non fare brutti gesti!) contenti di prendere la barca per arrivare all'isola e super frizzanti! Un po' troppo, forse, quando la guida doveva urlargli un po' dietro ed inventarsi qualche acrobazia per farsi sentire. Tutto sommato è stata un'esperienza positiva.

Ecco alcune foto:

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venerdì 19 novembre 2010

Impariamo le tabelline

C'è un ragazzo, arrivato dall'altra casa di Amar, che rimane quasi sempre con lo sguardo assente, semi serio, quasi imperscrutabile. Ogni tanto parte magari e si nasconde o fa finta di niente e si allontana dal gruppo. Ho visto ieri l'educatore stargli vicino praticamente tutto il pomeriggio.
Ha un gomito purtroppo rotto, credo, e tutta la parte intorno del braccio bruciata come dall'olio bollente. Non può aprire tutte e due le braccia. Una gli rimane piegata come se avesse ancora il gesso ed il palmo della mano è rivolto, a riposo, verso l'alto. Mi fa un'infinita tristezza pensare anche solo per un momento a cosa possa essergli capitato. Ha 15 anni.

Oggi lo vedo con la madre superiora a fare le tabelline e, appena mi avvicino, mi viene "passato il testimone". "Vai avanti tu Mirko, fagli ripetere tutte le tabelline fino al 10". Perfetto. Se si tratta di numeri posso cavarmela. Ero appena uscito da un esercizio di portoghese con un'altra bambina dove, appunto, non si capiva chi fosse realmente quello che stava imparando.

Uno dietro l'altra ripetiamo queste tabelline. Sono una noia, lo so, ma c'è un momento nella vita in cui bisogna proprio scriverli tutti questi numeri. Proseguiamo da 4 x 1 e avanti fino a 10 x 10. Piano piano, vedevo in lui un susseguirsi di stati d'animo. Dal pensieroso - mentre cercava la soluzione a 4 x 7 al contento nel capire il trucchetto alla base della tabellina del 5, al semi-sconfortato nel dover affrontare la tabellina dell'8 (la bestia nera dei numeri) al preoccupato nell'arrampicarsi sulla tabellina del 9 al felice quando poi, dopo aver visto il trucchetto, si rende conto di quanto fosse semplice.

Un'esperienza indimenticabile che è proseguita poi durante il pomeriggio quando a più riprese mi capitava sotto gli occhi a chiedermi ora 7 x 9 ora 10 x 3 ora 8 x 8!

mercoledì 17 novembre 2010

Nuovi arrivi in casa Amar

Direttamente dall'altra casa visitata la settimana scorsa, sono arrivati oggi 5 nuovi ragazzi che si aggiungono al gruppo di ragazzi già presenti. Con gli educatori, la madre superiore e tutto lo staff, c'è un po' di apprensione, poiché per alcuni di loro vi sono conclamate situazioni di rischio.

Fatto è che l'inserimento iniziale viene fatto con la presentazione di tutti. Ogni ragazzo già "residente" ha una parola da dedicare ai nuovi e, tra le parole che vengono dette (con relativa spiegazione) emergono amore, rispetto, fratellanza, giustizia. Tutti valori che, in teoria, dovrebbero essere spontanei e ovvi per ciascuno di noi. E' stato un bel momento, dove sono state esplicitate tante cose e dette alla presenza di tutti. Come a dimostrare che non c'è bisogno di nascondersi o di avere paura se si è nel giusto e ci si comporta correttamente. Belle parole. Belle veramente.

Il pomeriggio prosegue all'insegna dei compiti e del gioco. Ho fatto un po' di geometria e poi giocato al gioco dell'asassino ... per rimanere in tema di fratellanza, amore, ecc. (!) ovvero un gioco dove si pensa un biglietto da un sacchetto, uno di questi è assassino, uno è detective e tutti gli altri vittime innocenti. L'assassino riesce ad ammazzarli - solo nel gioco - con una strizzata dell'occhio ed il detective deve trovare l'assassino. Simpatico :-)

I ragazzi nuovi si sono comportati diciamo correttamente. Si nota subito però, come ci sia un pizzico di malizia in più nel fare dispetti durante i giorni. Anche loro hanno un'età compresa tra gli 8 ed i 12 anni.

martedì 16 novembre 2010

Festa nazionale

http://pt.wikipedia.org/wiki/Proclama%C3%A7%C3%A3o_da_Rep%C3%BAblica_do_Brasil

Oggi è festa nazionale! Per chi non lo sapesse, oggi è la giornata della Proclamazione della Repubblica Brasiliana (non lo sapevo nemmeno io) occorsa proprio il 15 novembre del 1889.

E in fatti, guarda caso, proprio in Centro a Rio de Janeiro c'è una piazza abbastanza famosa che si chiama Praça XV dedicata proprio a questo giorno. Ecco il link alla mappa.

domenica 14 novembre 2010

Crianças de rua

O, come si direbbe in Italia, ragazzi di strada. Continua il viaggio ed oggi pomeriggio sono passato a visitare un'altra casa sempre dell'Associazione Amar che fa sempre attività con i ragazzi di strada. Qui sono ospitati quelli più "vivaci" o, come mi hanno spiegato gli educatori, i ragazzi ai quali è stata loro "spezzata" l'innocenza che avevano.

Ecco il punto sulla mappa:


Visualizzazione ingrandita della mappa

Ecco una foto tratta da Google Street View di una strada vicina. Non è passata la macchina per quella via, purtroppo ...

map_RuaBahia

C'è un gran movimento e la sensazione è che i ragazzi siano un po' rilassati. Ci sono attività di ballo, c'è chi dorme (è primo pomeriggio) e chi gioca a calcetto (sport nazionale mooolto sentito). Appena arrivato, accompagnato anche dall'educatrice, mi hanno subito squadrato per capire chi fossi e che cosa volessi ... diciamo che un po' ci sono abituato, è una sensazione simile alla prima ora di lezione del primo giorno di scuola in una classe prima. Solo che qui non arrivo come professore :-)

L'attività prosegue nel pomeriggio e, appena mi siedo per rilassarmi un attimo ai bordi del campetto di calcio, subito un ragazzino mi invita a giocare. Eh, naturalmente, non posso non accettare. Diciamo che le mie abilità di calcio sono paragonabili a quelle di un ... nuotatore professionista che gioca a badmington ... cioè nulle; se poi ci mettiamo anche che non so parlare portoghese (nemmeno "passa dietro!", ecc.) siamo a posto. Dalla mia però ho un ricco repertorio di espressioni facciali ed una buona fonetica.

Bene, cominciamo. 2 contro 2 in un campo di 15 x 10. Una corsa continua con i ragazzetti che saltano di qua e di là senza sosta. Il praticamente siamo andati avanti così per un'ora abbondante. Alla fine ho cenduto per sfinimento - anche se comunque non siamo rimasti tanto in svantaggio. Bella partita.

Sedendomi, vedo gli altri ragazzi entrare. Le squadre ora sono di 5 e 5 e c'è un gran movimento. Una cosa che ho notato subito è stato il clima di rispetto che c'è. In un'ora con me, più un'altra ora circa, non c'è stato un fallo, una finzione o qualche mossa scorretta. Qualcuno ci provava un po', ma subito gli altri (di una e dell'altra squadra) rimettevano a posto la situazione. Molto interessante e istruttivo.

Certo, racconto solo le cose belle che ho visto. Non posso mica descrivere tutto quello che c'è, come il bambino di 7 anni che mi passa davanti con la sigaretta accesa ...

La sera, poi, per chi vuole c'è la possibilità di dormire presso un'altra casa che può ospitare fino a 30 ragazzi circa. Alcuni di loro, però, preferiscono tornare sulla strada.

giovedì 11 novembre 2010

La grammatica Portoghese

Oggi all'associazione Amar mi hanno prestato un paio di libri di grammatica.
Il primo è un testo scolastico rivolto ai ragazzi dell'8° ano fundamental (la nostra 3° media se non sbaglio) mentre l'altro è per i ragazzi che si preparano all'esame d'ingresso alle superiori. Eccoli qua:

libro_Portoghese1   libro_Portoghese2

Giustamente, per farmi un po' male, ho cominciato dal secondo (quello a destra per l'università)

Le prime impressioni sono che, come giustamente si è sempre sentito dire, la grammatica è molto simile alla nostra. Il difficile, di un'affermazione come questa è che quando quando due cose sono simili è più faticoso ricordare le differenze ... proprio perché sono simili! Ecco perché nel giro di pochi giorni già sapevo salutare e chiedere come va, dopo qualche settimana riuscivo a comprendere un semplice discorso a me rivolto da un adulto e, ancora oggi, non comprendo affatto i ragazzini che parlano a tutta velocità e tra di loro!

Sì, alcune o tante parole sono simili! Alcune però :-)

Ecco di seguito un paio di differenze che ho notato:

La prima. Le regole di accentuazione. E' una vera giungla! Oltre ai normali accenti che più o meno siamo abituati a vedere (poco usato l'accento grave, rispetto a quello acuto) ecco alcune parole, tanto per gradire un po' con relativa traduzione:

música --> musica
lâmpada --> lampada
gramática --> grammatica
preposição / preposições --> preposizione/i
Ciência --> Scienza

Volutamente ho messo parole che assomigliano molto anche alla lingua italiana, giusto per comprendere che praticamente tutte le parole prendono l'accento. Si salvano le parossitone, ovvero le parole con accento sulla penultima sillaba (che, generalmente è tonica). Più o meno come l'italiano. Alcuni accenti di questi non ci sono in italiano. E' anche vero che sul vocabolario vengono riportati tutti.
Ecco le regole di accentazione grafica su Wikipedia. E' altresì interessante notare come per queste regole non vi sia una traduzione in italiano ...

La seconda. I tempi verbali (es.: modo indicativo). Me ne manca uno.
Nel modo indicativo ci sono (con relativa corrispondenza):

presente --> presente
pretérito imperfeito --> imperfetto
pretérito perfeito --> passato remoto
pretérito mais-que-perfeito --> trapassato prossimo (che prende l'ausiliare)
futuro do presente --> futuro semplice
futuro do pretérito --> futuro anteriore

Il passato prossimo si forma come in italiano con l'ausiliario al presente indicativo ed il verbo al participio (es.: ho scritto) mentre il trapassato remoto, proprio non l'ho trovato (ausiliario al passato remoto + verbo al participio)! Mi manca proprio. Magari ho visto male. Ricontrollerò.

Ultima nota, gli ausiliari sono 4 anzichè 2:

ser --> essere
estar --> essere (nel senso di stare)
ter --> avere (nel senso di tenere)
haver --> avere

Ulteriori dettagli sulla lingua portoghese su Wikipedia.
Simpatico no?

martedì 9 novembre 2010

"Nuovo" gioco - Il Frisbee

Oggi ai ragazzi presso l'associazione Amar, d'accordo con gli educatori, ho portato un frisbee. Anziché studiare, oggi si fatta attività ricreativa tutto il pomeriggio, poichè tutto lo staff era in riunione. Siamo rimasti io e l'altro educatore a controllare la situazione.

E' strano notare come, uno stesso gioco, abbia interpretazioni diverse. I ragazzi e l'educatore stesso mi raccontano che qui il frisbee è utilizzato solo con i cani. Sono rimasto un po' di ghiaccio, non vorrei che i ragazzi pensassero che gli ho portato un gioco per cani! Sarebbe bruttissimo. Ho spiegato loro che, in Italia ma non solo, il gioco del frisbee viene fatto anche con i cani, ma non solo. Anzi! C'è proprio il gioco fatto a squadre con tanto di punteggio, classifica e campionato!

Infatti, dapprima un paio di ragazzi facevano finta di prendere il frisbee in bocca mettendosi carponi, successivamente mi hanno chiesto se per caso ho un cane e, dopo aver detto loro che in Italia è anche un gioco a squadre, hanno iniziato a giocare ... ecco, non proprio a squadre come lo intendiamo noi ma lanciando da una parte all'altra del cortile il disco e cercando di prendersi.
Si sono divertiti così per tutto il pomeriggio! E che tiri! Alcuni di loro avevano un tiro bello teso e preciso! Complimenti! Io, senza intromettermi troppo, di tanto in tanto mi infilavo in mezzo a fare qualche tiro! E' stato veramente divertente :-)

Di seguito alcuni riferimenti per chi volesse approfondire il gioco del frisbee, nonchè un filmato di alcuni freestyler.

Freestyle Frisbee World Championships 2007 Promoclip

Link a Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Ultimate_%28sport%29
Regolamento della FIFD: http://www.fifd.it/modules/tinyd0/index.php?id=11

lunedì 8 novembre 2010

Curiosidade 03 - La doccia

Un solo pomello per aprire ed una levetta per regolare la temperatura dell'acqua su 4 posizioni. Per il resto basta lavarsi.

Una cosa che ho notato qui a Rio (e a Belo Horizonte prima), per quello che ho potuto vedere, è che la doccia è differente da come viene concepita in Italia. In realtà non solo la doccia.
Innanzi tutto è fissata al muro senza possibilità di movimento e seconda cosa ... è collegata alla corrente! Sì, ci sono i fili che ci vanno dentro :-)

Perché? Perché non c'è l'impianto dell'acqua calda!

All'inizio è sembra strano, poi facendo un po' di attenzione, non ci sono nemmeno i termosifoni. Tutto l'impianto di riscaldamento con caldaia, tubi foderati e mille cose, semplicemente non c'è. Un bel risparmio in termini di progettazione e costruzione.
Ma allora, la doccia è fredda? No! E' qui che viene il bello. La doccia ha una resistenza interna che riscalda solo l'acqua che serve, al momento. Le 4 regolazioni sono: normale - l'acqua esce senza riscaldamento (temperatura ambiente, non fredda); da liv. 1 a 3 - dove l'acqua esce poco tiepida, tiepida e un po' calda (temperatura ideale per lavarsi).

Devo essere sincero. All'inizio ero un po' titubante sul fatto di riuscire a trovarmi bene senza il mio miscelatore che mi permetteva di fare il Dj anche sotto la doccia. Ora, avendo sperimentato tutte e due i sistemi, trovo assai conveniente una temperatura già fissata e sempre uguale. Dopo due o tre docce non mi sono più posto il problema della temperatura!

Ecco qua un sito dove poter scegliere il proprio modello: http://www.lorenzetti.com.br/site_in/portal_duchas.asp

sabato 6 novembre 2010

Lar Beneficiente Amar

http://www.larbeneficenteamar.org.br/

O Lar Beneficente AMAR é uma Instituição Filantrópica de utilidade pública que acolhe crianças vítimas de maus tratos e vulnerabilidade social, entre 2 e 12 anos (ambos os sexos), promovendo a educação social, religiosa, assegurando o direito à vida e à dignidade e quando possível reinserindo-as em suas famílias de origem, a fim de que os laços afetivos possam ser resgatados, contribuindo assim para uma sociedade mais justa e pacífica.

Il nome Amar richiama molto quello dell'Associazione di cui al post precedente. In realtà si tratta di un'altra cosa. Questo è una istituzione che accoglie ragazzi vittime di maltrattamenti dai 2 ai 12 anni.

Oggi, grazie ad un altro italiano conosciuto qui e con il quale ho fatto amicizia, sono andato a vedere un progetto a cui sta contribuendo da qualche anno. Il posto non è tanto lontano da Rio (vedi mappa) anche se qui le distanze sono piuttosto diverse (da dove dimoro io a lì sono 50 km, ma un'ora di strada).

Mi limiterò ad alcune impressioni. Sul sito web, sia pur in portoghese, sono riportate tutte le informazioni.

La casa è molto carina e organizzata. Appena entrato sembra di stare in una casa di campagna, poi, arrivati nella parte dietro, si apre una veranda con un piccolo giardino e la sala TV. A rendere vivo il tutto un sacco di bambini. Chi gioca, si riposa un po', chi guarda un film a cartone animato alla TV.
Il mio amico, già di casa e conosciuto, con una ottima "capita" e parlata portoghese, subito saluta e viene salutato dai bambini che, riconoscendolo, gli saltano subito in braccio. Io rimango un po' in disparte, sia perchè non comprendo ancora bene cosa venga detto, sia perchè non so proprio come comportarmi :-)

Sono i bambini a fare tutto, insieme al mio amico che ha spiegato loro che vengo dall'italia. Non so per quale strano motivo la prima cosa che mi hanno chiesto è stato se so parlare inglese e se potevo dire loro qualcosa, appunto, in inglese.
Poi hanno iniziato ad avvicinarsi e, in meno di dieci minuti, me ne sono ritrovato in braccio due! Una volta rotto il ghiaccio, sempre senza invadere troppo, abbiamo iniziato ad interagire e giocare. Sempre giochi di contatto. Il mio amico, grande e forte, si poteva permettere di fare il gioco del toro meccanico, caricandosene uno alla volta sulla spalla e saltellando di qua e di là. Io, piccolo e ciccio, mi limitavo a tenerli in braccio e magari capovolgerli facendoli arrivare a pochi centimetri da terra. Siamo andati avanti così per buone due ore! Uno spettacolo!
Mi è stato raccontato dopo che, essendoci tanti orfani, per loro una dimostrazione d'affetto è proprio il contatto fisico.

Una visita molto costruttiva e toccante. Sicuramente da ripetere se possibile.

giovedì 4 novembre 2010

Associação Beneficente AMAR

http://www.acaminho.org.br/

amar

A Associação Beneficente AMAR é uma organização sem fins lucrativos que desenvolve seu trabalho junto a crianças, adolescentes e jovens em situação de risco pessoal e social, através da metodologia do Sistema Preventivo da Educação em três linhas operativas: inha Emergencial, Linha Preventiva e Formativa.
A sua principal Missão é: O desenvolvimento integral e inclusão social de crianças, adolescentes e jovens menos favorecidos, com foco no resgate da dignidade e na conquista da cidadania.


L’associazione beneficente Amar che sviluppa il programma IN CAMMINO VERSO LA CITTADINANZA ha la sua sede nel quartiere di Grajaú, nel comune di Rio de Janeiro. Attualmente sviluppa 12 progetti sociali, educativi e professionali che hanno lo scopo di riscattare l’autostima delle persone e formare per il pieno esercizio dei diritti e dei doveri di cittadino. Si prende cura di circa 700 tra bambini, giovani e adulti che si trovano in una situazione di rischi sia personale che sociale. Questo lavoro coinvolge anche le famiglie e le comunità povere non solo dell’area circostante a Grajaú (favelas del complesso di Lins), ma anche Acarí, Ramos e del comune di Duque de Caxias.

Convinti del potenziale che queste comunità hanno e nella capacità di protagonismo e coinvolgimento di ciascuno, il programma IN CAMMINO VERSO LA CITTADINANZA cerca di affrontare la dura realtà sociale in cui viviamo avendo come base i valori della giustizia, della solidarietà e dell’amore.

Con oggi comincia la mia collaborazione con l'associazione AMAR. Più che collaborazione, mi sa che sono lo che aiutano me :-) La lingua purtroppo non è così fluente da permettermi di essere attivo come vorrei. C'è sempre da imparare per fortuna.

L'impressione è quella di arrivare in un oratorio. Tanti ragazzini che giocano e fanno attività doposcuola. Chi va a scuola la mattina passa lì il pomeriggio e chi va a scuola il pomeriggio, arriva lì la mattina.
Le attività sono dal gioco ai compiti e l'età dei bambini va dagli 8 ai 12 anni. Non manca una lettura dalla bibbia o un racconto che sia motivante e d'insegnamento. Molto bello. Non credo di aver mai visto una realtà simile (con questo non voglio dire che esiste solo queste e solo qua!).

Personalmente mi affianco all'insegnante che lì dirige la situazione. E' lei che scandisce i tempi ed i ragazzi la seguono e ascoltano le sue parole. Anche io, solo che non riesco a capirle molto bene :-(
Tuttavia, nella mia impossibilità comunicativa (io praticamente non parlo portoghese e la bimba, dal canto suo, non parla né inglese né italiano :-) sono riuscito comunque a dare una mano ad una bambina di 8 anni nei suoi compiti di matematica. Di fondamentale importanza sono stati il pallottoliere e le locuzioni "mmmm!" (questo) "nnnnn!" (quello) "aha!" (ecco fatto). Poi sono interventi strumenti più tecnologici come carta e penna e da lì tutto è andato per il meglio. Staremo a vedere come prosegue ...

mercoledì 3 novembre 2010

Cristo Redentor

Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Cristo_Redentore

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Come in Italia, così a Rio de Janeiro. Fonti ben informate fanno giungere alle mie orecchie che, la maggior parte dei Carioca (abitanti di Rio, come suggerisce il nome appunto ...)  non hanno mai visto il Cristo Redentore da vicino. La mia prima risposta è stata che, come in Italia, tanti Romani (abitanti di Roma, se non fosse chiaro magari dal nome ...) non hanno mai visto il Colosseo da vicino. Robe da turisti ...
La vista da lassù è fantastica. Si può vedere Rio de Janeiro praticamente a 360 gradi, tranne dietro le colline che coprono alcune spiagge. Bello, bello, bello. E anche fresco! Sono 700 m s.l.m.

Il viaggio a Rio comprende la tappa del Corcovado, raggiunto con il trenino a cremagliera che porta su turisti ed abitanti delle favela che intorno alla montagna stanno. Il prezzo del biglietto è di 36,00 R$ (vedi cambio in € aggiornato), circa 15,00 €. Per gli abitanti delle favela è gratuito (ottimo!). Personalmente ho visto i ragazzi tornare da scuola salire e poi scendere alla prima fermata ... praticamente in mezzo al bosco.

Il viaggio in treno dura circa una mezz'oretta con 4 fermate previste (in realtà una è ad un albergo ormai chiuso ed un'altra ad un punto di raccordo anch'esso chiuso. In tutto diventano due) ed un tratto a doppio binario per potersi scambiare con il treno che scende. Simpatico l'interno che ha sia i sedili rivolti verso un lato che verso l'altro. La pendenza è abbastanza elevata e torna tanto comoda in salita (si sta seduti bene) quanto scomoda in discesa (sui sedili che guardano "avanti" si tende a scivolare :-).
Per chi non volesse prendere il treno, c'è sempre qualche autista che si offre di accompagnare in meno tempo i turisti e con il fuoristrada. Personalmente non ho accettato l'offerta preferendo il treno, quindi non so come sia. Magari un'altra volta :-)

Arrivati in cima, ancora non è fatta. Ci sono un paio di scalinate oppure un ascensore che sale. Poi 2 scale mobili che passano proprio sotto il Cristo e finalmente si è davanti a questa statua GIGANTESCA! 38 metri in totale!

La prima sensazione che mi passa per la testa è quella di trovarmi, tutto d'un tratto, dentro una dimensione che fino a pochi istanti prima avevo solo osservato da fuori. Tutte le immagini del Cristo sul giornale, in TV, in internet, le pubblicità con Ronaldo che lo imita, le riprese nei film, le foto di altre persone che ci sono state, i servizi al TG; mi trovo esattamente "dentro" quel luogo, davanti al Cristo reale. E' come se stessi osservando me stesso che sta osservando il cristo da una ripresa di un elicottero (che tra l'altro stava proprio girando intorno). Non mi era mai capitata una sensazione del genere. Emozionante. Un po' come "cadere" all'interno di un documentario in televisione e percepire di essere fuori a "guardarsi" nello stesso momento.

Il cielo non è limpido, ma questo è forse più un bene che un dramma. La foto in apertura, infatti, lo dimostra. E' incredibile come si vedano in faccia le nuvole :-) Queste proprio arrivavano, avvolgevano tutto e poi passavano. Guardando il Cristo, si nota una corrente a sinistra con queste nuvole risalgono la montagna e, dall'altra, discendono verso il basso anziché disperdersi in cielo.
Altra cosa simpatica è un'aquila passata da quelle parti. Non è strana l'aquila di per sè. Strana è la cosa che solitamente questi uccelli si vedono alti nel cielo ... ma se sei a 700 metri di altezza su un cucuzzolo così stretto, puoi vederla in faccia mentre passa hehehe

Di seguito un paio di foto. Non ne ho fatte molte considerato che è facile trovare foto in internet :-)

DSCF3797  DSCF3827_picnik  DSCF3822DSCF3816_picnik

 

Per chi gradisse un'anteprima, ecco un link simpatico: http://www.gigapan.org/gigapans/54825/
Da qui è possibile vedere una parte del panorama che si presenta al Cocovado. La risoluzione permette anche uno zoom molto ampio fino a numerosi dettagli.
Vabbeh, poi anche un link per capire come fare le foto così grandi: http://www.mixyourshot.com/2010/08/il-panorama-da-70-gigapixel-di-budapest-e-il-piu-grande-al-mondo/